Il co-fondatore di Microsoft Bill Gates riflette sul futuro: "Non siamo nati per lavorare".

Con il passare delle settimane e l'arrivo di nuovi progetti e applicazioni per l'Intelligenza Artificiale, nessuno può negare che si tratterà di una tecnologia destinata a cambiare radicalmente il panorama globale. E uno degli ambiti in cui il suo impatto sarà più evidente, o almeno per primo, sarà quello dell'occupazione.
Lo abbiamo già visto con altri progressi tecnologici, come i computer che hanno eliminato la necessità di determinati lavori, ma con l'intelligenza artificiale questo avviene in una nuova dimensione , perché questa tecnologia è in grado di svolgere gli stessi compiti delle persone e per ora le sue capacità sono più limitate, ma grazie al costante sviluppo, presto saranno in grado di fare ancora più cose.
Ad esempio, abbiamo scoperto di recente che Amazon ha un centro per robot umanoidi che vengono addestrati per sostituire i conducenti delle consegne, e ce ne sono centinaia di altri simili praticamente in ogni settore immaginabile. E mentre molti si tengono la testa tra le mani, altri sostengono che questo faccia parte di un processo per liberarci dalla schiavitù del lavoro.
Una di queste voci è quella di Bill Gates, co-fondatore di Microsoft e figura di spicco nel settore tecnologico. Durante un'intervista con The Indian Express, Gates ha riflettuto sul futuro del lavoro in relazione a questa tecnologia, rilasciando dichiarazioni che non hanno lasciato nessuno indifferente.
"Non siamo nati per lavorare""Non siamo nati per lavorare, il lavoro è un artificio derivato dalla scarsità", ha affermato Gates, e ha difeso la sua posizione sostenendo che storicamente le persone hanno lavorato per procurarsi il cibo; all'inizio il lavoro era la caccia, poi è stato abbinato all'agricoltura e così si è evoluto fino al punto in cui siamo oggi.
E anche se non sembra, lavoriamo per sopravvivere e permetterci una casa, il cibo e poi il tempo libero. E l'arrivo dell'intelligenza artificiale è l'ingrediente finale per liberare gli esseri umani, lasciando che siano le macchine a fare il lavoro e lasciandoci più tempo libero.
Gates ritiene che alla fine la settimana lavorativa sarà composta da soli due giorni lavorativi e, secondo il magnate della tecnologia, la sfida più grande non è sviluppare una tecnologia in grado di sostituire il lavoro che svolgiamo oggi, ma piuttosto cambiare la nostra mentalità sul lavoro e sul tempo libero.
eleconomista